ATTENZIONE: tutto quello che leggerai è stato scritto diversi anni fa. La medicina è in continua evoluzione e questi articoli seppur divulgativi avevano una solida base scientifica ed erano aggiornati nel momento in cui sono stati scritti. Hanno ancora valore e hanno un significato storico, ma chiedi sempre al TUO VETERINARIO. Non fare autodiagnosi ai tuoi animali e consulta sempre un professionista. Ti ringrazio! e ... Buona lettura,
Nicoletta Bevere
Introduzione
Questo breve articolo divulgativo introduce alcune informazioni base sulla leishmaniosi, destinate non tanto a chi possiede un cane leishmaniotico, ma piuttosto a tutti coloro che vogliono capire qualcosa in più su come funziona questa malattia, rispetto alle notizie confuse, frammentarie e qualche volta discordanti nelle quali spesso ci si imbatte in rete. Questo articolo è in pratica dedicato a quelli che hanno paura di poter contrarre la leishmaniosi dal cane del vicino, o a quelli che hanno sentito parlare di un certo collare contro la leishmaniosi ma non si ricordano bene come si chiama. Qui troverete risposte semplici alle vostre domande.
Leishmaniosi e Leishmania: di cosa stiamo parlando?
(Dedicato a chi vuole conoscere il significato esatto delle parole.)
Per
leishmaniosi si intende indicare un gruppo di malattie molto diverse tra loro che colpiscono sia uomini sia animali, causate dalla Leishmania. Chi è colpito da leishmaniosi, è sicuramente portatore dell’agente infettivo chiamato Leishmania.
Per
Leishmania si intende definire il gruppo dei vari microrganismi protozoari responsabili delle diverse forme di leishmaniosi. Chi è portatore del microrganismo chiamato Leishmania non per forza è anche malato di leishmaniosi, in quanto alcuni soggetti restano asintomatici, cioè apparentemente sani, per molto tempo. Lo vedremo nella seconda parte.
Abbiamo detto quindi che la leishmaniosi è un insieme di malattie causate da un gruppo di microrganismi, tra loro geneticamente affini, ossia “cugini”, appartenenti al Genere Leishmania. Il Genere Leishmania ospita al suo interno diverse specie di Leishmanie appunto imparentate tra loro (Leishmania tropica, L. donovani, L. infantum, L. major, L. brasiliensis, L. peruviana, L. mexicana, L. guyanensis e varie sottospecie) che differiscono per la loro distribuzione geografica, per il tipo di ospite che colpiscono (uomo, cane, roditori, altri animali), per la malattia che sono in grado di determinare (leishmaniosi viscerale, leishmaniosi cutanea, leishmaniosi canina, ecc.) e infine per la specie di invertebrato (in genere insetto) dal quale si fanno ospitare e che sfruttano per raggiungere l’uomo o il cane.
Cos’è più esattamente la Leishmania?
La Leishmania è un organismo molto piccolo formato da un’unica cellula la quale dispone al suo interno di organelli e strutture simili a quelle che si trovano anche nelle cellule degli organismi superiori. Dal punto di vista tassonomico le leishmanie sono Protozoi: un gruppo eterogeneo di microrganismi formati da una sola cellula ma dotati di alcune caratteristiche per le quali non possono essere classificati né come batteri, né come funghi, né come organismi vegetali. Dal punto di vista della tassonomia una volta i protozoi venivano considerati nel Regno degli Animali, cioè li si considerava “animali unicellulari”, in quanto non erano piante, né funghi, né batteri, né virus. Recentemente invece si è pensato di creare un Regno tutto per loro, separandoli definitivamente da tutte le altre forme di vita conosciute.
Quello che caratterizza il Regno dei Protozoi è in realtà la “confusione”: non esiste un progenitore comune, non si trovano strette affinità genetiche e gli abitanti di questo Regno sono molto diversi tra loro. Si tratta di un Regno nel quale per comodità sono finiti moltissimi tipi di organismi unicellulari che non potevano trovare posto altrove ma che in fondo tra loro hanno anche molto poco in comune, a parte il fatto di non essere funghi, non essere piante, non essere batteri, non essere animali e non essere virus. E’ per questo che la tassonomia dei protozoi è tuttora oggetto di aggiornamento.
Comunque, tornando alla nostra Leishmania,
si tratta di un organismo piccolissimo, un protozoo, che parassita uomini e animali e che in qualche caso provoca una malattia chiamata leishmaniosi.
Vita da Leishmania
La leishmania come già accennato non vive soltanto negli animali o negli uomini nei quali poi determina la malattia nota con il termine di leishmaniosi. Infatti la leishmania durante la sua vita (vita miserabile di parassita, ma pur sempre vita!) si fa dare un “passaggio” all’interno di una seconda tipologia di ospiti: gli insetti.
Il ciclo biologico della leishmania pertanto funziona così:
la leishmania vive in un particolare insetto, vi soggiorna fino a riprodurvisi; dopo che la leishmania si è moltiplicata nell’insetto, è pronta per diffondersi e colpire uomini e animali. Come? Attraverso la puntura dell’insetto medesimo: si tratta sempre infatti di un insetto pungitore simile ad una piccola zanzara.
Non si tratta di una zanzara, però: il vettore della leishmania è infatti la femmina del pappatacio o flebotomo (Phlebotomus spp nel Vecchio Mondo) oppure, in Paesi lontani dal nostro, una specie di cimice ematofaga. In ogni caso si tratta di un insetto che si nutre di sangue e che nel corso della sua molesta esistenza pasteggia su moltissimi individui diversi, riuscendo a diffondere le Leishmanie da cane a cane o da uomo a uomo.
E’ solo l’insetto che può trasmettere la Leishmania ad un cane: ossia, un cane infetto non può direttamente infettare un altro cane o una persona!
L’insetto ospita al suo interno la Leishmania, la quale vi si riproduce per divisione (scissione binaria). L’insetto punge l’uomo o il cane e vi trasferisce diverse Leishmanie. Le poche Leishmanie introdotte nell’uomo o nel cane tramite la puntura del flebotomo, iniziano a riprodursi ancora, molto molto lentamente. Mano a mano che si riproducono si diffondono in vari organi, determinando infine, dopo alcuni anni, la malattia detta leishmaniosi. A volte le cose vanno diversamente, ma questo lo vedremo nella seconda parte.
I cani con la leishmaniosi ospitano molte Leishmanie. Questi cani, così come sono stati punti la prima volta dall’insetto-vettore, prima o poi verranno punti anche da un insetto “sano”. Cioè un giorno un pappatacio appena nato e privo di Leishmanie andrà a pungere un cane leishmaniotico. In questo modo il pappatacio “sano”, durante il pasto di sangue, andrà ad assumere, assieme al sangue, anche qualche Leishmania, la quale si moltiplicherà nell’insetto. Le nuove Leishmanie in pochi giorni saranno pronte per essere inoculate attraverso la puntura di quell’insetto in qualche ignaro animale a sangue caldo. Così il cerchio si chiude e, come tutti i cerchi, non si capisce dove questa storia sia cominciata.
Vita da pappatacio
Ora, come si è visto, questa malattia ha tre protagonisti. Il primo è la Leishmania. Il secondo è l’insetto vettore. (Del terzo, il cane, naturalmente parleremo più a lungo nella seconda parte.)
Pappatacio (da "pappa e taci" ossia insetto pungitore silenziosissimo) è il nome volgare che viene dato ad un gruppo di piccoli insetti simili a minuscole zanzare pelose appartenenti alla Sottofamiglia Phlebotominae. La Sottofamiglia Phlebotominae è divisa in vari Generi e complessivamente ospita circa 700 specie diverse, 30 delle quali veicolano varie specie di Leishmania.
In Italia risultano vettori di Leishmania 7 specie di pappataci, tutti appartenenti al Genere Phlebotomus.
La vita del pappatacio italiano inizia da un uovo deposto in un luogo caldo, buio, privo di correnti d’aria e molto umido: fessure del terreno, spazzatura, condotti fognari, ricoveri per animali, tronchi marci, strati di foglie morte e materiale organico di vario genere.
Come vedete l’habitat del pappatacio è esattamente il contrario di “luminoso, areato, asciutto e pulito”.
Dall’uovo schiude una larva che vive in questo luogo umido, al buio, protetta dai raggi solari, ad una temperatura superiore ai 15°C, nutrendosi di materiale organico in decomposizione. La larva dopo vari stadi di maturazione, se il clima lo permette (in Italia da maggio a settembre), raggiunge lo stadio adulto e diventa quello che è: un insetto nocivo.
Il flebotomo adulto femmina infatti si nutre di sangue. Risulta attivo durante la notte in due momenti particolari: a notte inoltrata e poco prima dell’alba. Il pappatacio non ama volare a lungo e fa quindi piccoli spostamenti, si muove a scatti e il suo volo è silenzioso, senza vibrazioni, al contrario di quello della zanzara; il suo morso è prevalentemente indolore, con qualche eccezione nei soggetti allergici o in caso di molte punture. E’ piccolo, misura pochi millimetri, quindi attraversa facilmente le maglie delle zanzariere. Se ne infischia dei comuni repellenti per le zanzare. Ama le basse altitudini, preferendo vivere al di sotto dei 400 metri sul livello del mare. Non resiste ad altitudini superiori agli 800 metri.
Ah, dimenticavo. I pappataci sono dei cattivi volatori e per questo odiano le correnti d’aria. Zanzariere e fornellini per zanzare non servono ad allontanare i pappataci dalle camere da letto, ma un ventilatore in azione li scoraggia.
Il pappatacio oltre ad essere il veicolo in Italia della leishmania è anche il vettore della meningite da virus Toscana, una meningite umana a decorso benigno che ha particolare diffusione in Centro Italia, rappresentando circa la metà dei casi di meningite estiva.
In sintesi:
il pappatacio colpisce nel periodo estivo, prevalentemente in Centro Italia, Sud Italia, isole e Liguria, alle basse altitudini (sotto i 400 m s.l.m.), a notte fonda e all’alba. E’ indifferente ai comuni prodotti contro le zanzare.
ATTENZIONE: la distribuzione dei flebotomi sta cambiando! Nel Nord Italia sono stati segnalati ritrovamenti di flebotomi, con una distribuzione discontinua (a macchia di leopardo) in regioni ritenute tradizionalmente indenni come Trentino, Piemonte, Friuli Venezia Giulia. Anche in queste regioni il vostro cane può contrarre la leishmaniosi.
Come faccio a proteggere il mio cane dalla puntura del flebotomo?
I repellenti in commercio in Italia sono:
Scalibor protector band collare (efficacissimo), Exspot fiale spot on, Advantix fiale spot on. Altri collari, spray, fiale spot on efficaci contro pulci e zecche, a meno che non abbiano una specifica indicazione e approvazione per i flebotomi, sono da considerarsi inefficaci contro questo particolare insetto!
Se il cane ha la leishmaniosi, a chi può trasmettere questa malattia?
A nessuno. Infatti
la Leishmania si “prende” solo dal pappatacio. Per prenderla quindi è necessario essere punti da un pappatacio che a sua volta si sia infestato succhiando il sangue di un animale malato. E’ per questo che
la leishmaniosi non si trasmette da cane a cane o da cane a uomo o da uomo a uomo: ci vuole sempre il pappatacio.
Per questo motivo la leishmaniosi è una malattia non contagiosa: la trasmissione non avviene da malato a sano, ma solo dopo la puntura dell’insetto vettore.
Tuttavia il cane leishmaniotico, ossia malato di leishmaniosi, può essere punto da un pappatacio “sano” che, infestandosi, potrà iniziare un nuovo ciclo di trasmissione e inoculare le leishmanie ad un cane sano. Per questo motivo
i cani infetti sono un serbatoio di leishmanie e pertanto vanno protetti dalle punture dei pappataci: bisogna impedire all’anello di chiudersi, bisogna impedire che un cane infetto trasmetta la leishmania ai pappataci.
Evitare che un cane leishmaniotico venga punto dai pappataci è un comportamento responsabile, ambientalistico, sanitario a tutti gli effetti: protegge l’ambiente dove noi tutti viviamo. Dire “tanto questo cane ha già la leishmaniosi, quindi è inutile proteggerlo da nuove punture” è irresponsabile e denota una profonda ignoranza di questa materia. Diffidate di chi vi fa questo tipo di discorso, qualunque sia il suo titolo di studio (anche se fosse un noto dermatologo veterinario del Nord Italia)!
Dott.ssa Nicoletta Bevere, Medico Veterinario, Ambulatorio Veterinario Rucellai Milano