La Regressione Sociale Guidata (RSG)
Lo scopo di questa pubblicazione è fornire una conoscenza di base della regressione sociale guidata (RSG) affinchè, chi ne avesse desiderio, possa approfondire ulteriormente l'argomento con il proprio veterinario di fiducia.
DEDICATO A...
Giada, la boxer che mangiava le porte.... dedicato a Golia, il boxer che mangiava i bambini. E dedicato a Zampa, il boxer che vorrebbe mangiare la sua vet.
Ma tutti boxer??
No, no. Dedicato ancora a Fibi, cane maltese che faceva pipì in giro per casa, a Paddy, pinscher terribile e a quel cane che non ricordo come si chiama, ma che ora sta meglio.
Che cos’è?
La regressione sociale guidata è una tecnica basata sulla gestione consapevole e controllata di alcuni scambi e di alcune situazioni che abitualmente gli esseri umani condividono con il proprio cane. In particolare la tecnica si basa sul controllo, mirato e consapevole, di quattro attività fondamentali nella vita relazionale del cane: l'atto di alimentarsi, l'attività sessuale, il controllo del territorio, il controllo dei contatti fisici con gli altri cani e con gli esseri umani.
Cosa determina?
L’applicazione della tecnica determina la ricollocazione gerarchica del cane al livello più basso della piramide gerarchica della famiglia, in modo stabile. Questa ricollocazione è in generale il presupposto fondamentale per la buona convivenza cane-uomo ed è una base di partenza, senza la quale qualsiasi disturbo comportamentale ha scarse probabilità di essere trattato con successo, indipendentemente dalla terapia specifica.
A chi serve conoscere la RSG?
La RSG serve a chiunque voglia conoscere meglio le motivazioni del proprio cane, alle persone curiose che non si fermano alle apparenze e che amano interpretare il comportamento di un cane senza fraintenderlo.
La RSG serve a chi ha un problema qualsiasi con il comportamento del proprio cane, ma soprattutto serve se questo problema riguarda la sociopatia. La tecnica non risolve necessariamente il problema, ma pone le basi perché questo possa essere risolto, con l’adeguato supporto di uno specialista.
PRIMO: LA GESTIONE DEL CIBO (Ovvero: l’ora della pappa)
Faccio una piccola premessa: dovete sapere che in un branco di cani l’individuo alfa (il capo, il leader, chi comanda insomma) si nutre per primo, lentamente, mentre gli altri cani lo stanno a guardare, lo osservano con attenzione e aspettano, senza cercare di avvicinarsi. Il cane leader si alimenta con calma. Può interrompere il pasto per qualche secondo, allontanando il muso dal cibo, e poi riprendere a mangiare.Quando il capo ha terminato, si allontana dal cibo e non si interessa affatto agli altri che mangiano. Non li osserva.Gli individui sottomessi mangiano per ultimi, rapidamente, perché sanno che il capo potrebbe avere ancora fame e tornare a pretendere il cibo. Mentre masticano il boccone tengono il muso molto vicino all’alimento e non interrompono il pasto fino a che non sono sicuri di essere ben sazi. Questo modo di fare per i cani è assolutamente normale, e in esso non c’è niente di brutto o “antidemocratico”. Per la società dei cani il rispetto di queste regole è fonte di stabilità e sicurezza: ognuno sa quello che deve fare e sa quale è il suo posto a tavola.
Come possiamo utilizzare questa conoscenza? Lo scopo della RSG è di riprodurre, ad uso e consumo del nostro cane, una società ordinata e stabile, dove vivere è semplice e sicuro. Riprodurremo questa società attraverso l’adesione alle regole etologiche che per lui sono immediatamente comprensibili: cominceremo dall’ora della pappa.
1. Prepariamo da mangiare al cane e conserviamo la ciotola su un luogo rialzato.
2. Consumiamo il nostro pranzo (o cena) ignorando il cane (non lo guardiamo negli occhi, non lo tocchiamo, non gli parliamo).
3. Una volta terminato, ordiniamo al cane il comando “seduto” e, una volta eseguito il comando, diamo la ciotola.
4. Andiamo via dalla stanza mentre il cane mangia.
5. Togliamo la ciotola in ogni caso dopo 15 minuti.
In questo modo tra noi e il cane creiamo una relazione verticale, dove noi ci collochiamo gerarchicamente sopra l'animale. Questa relazione è facilmente comprensibile al nostro cane perchè corrisponde ad un comportamento canino, e riproduce quindi una situazione "normale" nella vita sociale del cane.Giusto per svagarci un po’ faccio il quadro di una situazione completamente opposta, tutta sbagliata, reale, che riguarda proprio questo tema, la pappa.Golia è un Boxer maschio adulto che ha morsicato diverse volte, sebbene in modo non grave, esseri umani, adulti e bambini. La famiglia di Golia è composta da due adulti e due bambini di 6 e 8 anni. A Golia viene data la pappa alle 19.00, prima che tutti gli altri membri della famiglia cenino. Questa scelta è dettata dalla praticità, in quanto la proprietaria usa un'alimentazione casalinga, da cucinare, che per essere preparata richiede circa mezz'ora. Il fatto che il cane mangi prima della famiglia sembra giustificato dal fatto che così il cane non elemosina cibo da tavola, essendo già sazio. Al bambino più piccolo piace molto osservare Golia e, mentre il cane mangia, si accovaccia di fianco a lui a guardarlo. Quando il bambino si avvicina troppo alla ciotola, il cane lo minaccia con un ringhio. Alla madre presente in cucina questa situazione non sembra pericolosa. Per il bambino, che avverte il ringhio, si tratta di un gioco che culmina nel massimo divertimento quando Golia lo scaccia dalla cucina. Inizialmente il cane abbaiava contro il bambino fino a farlo allontanare, successivamente ha iniziato ad inseguirlo anche oltre la soglia della cucina. Il gioco è degenerato fino a diventare un vero e proprio inseguimento per casa, accompagnato da tentativi più o meno riusciti di morsicatura. Fortunatamente il bambino, che oggi ha circa 30 anni (ed è il mio caro fratello Gianluca), è sopravvissuto a questo gioco che, pur potenzialmente molto pericoloso, non ha mai determinato gravi lesioni.
Alla luce di quanto detto in precedenza questa serie di scambi tra Golia e il bambino di casa, di fronte al rito della pappa, risulta immediatamente leggibile. Se guardiamo con gli occhi di Golia, vediamo subito che il cane sa benissimo di essere il leader di casa: infatti mangia prima di tutti gli altri e addirittura un membro della famiglia resta ad osservarlo per tutto il pasto. L’aggressione nei confronti del bambino è giustificata dal comportamento “scorretto”, dal punto di vista di Golia, del bambino stesso il quale, incurante delle regole stabilite dal cane, si avvicina ripetutamente e troppo alla ciotola, nonostante Golia gli dia numerosi segnali di arresto (ringhia).
Comunque il nostro Golia era più simile ad una belva che ad un cane, naturalmente anche per la scarsa conoscenza che la mia famiglia aveva circa il comportamento canino e per la assenza di informazioni medico scientifiche disponibili al tempo, circa l'aggressività dei cani. Eravamo al principio degli anni Ottanta. Oltre a mio fratello Gianluca, ha fatto le spese del caratteraccio di Golia anche Robertino, oggi un uomo di circa 30 anni, che ancora ricorda qualche spavento. Ciao Robi!
SECONDO: ATTIVITA’ SESSUALE (Ovvero: il cane che monta le gambe)
Premessa: in un branco di cani la coppia dominante può accoppiarsi liberamente di fronte agli altri individui del branco. Gli individui sottomessi osservano le attività dei due leader che in questo modo dicono “solo noi abbiamo diritto di trasmettere il nostro patrimonio genetico, perché noi siamo i più importanti”. In realtà questo non è vero, è solo un modo di dire. Anche gli individui sottomessi si possono riprodurre e avere prole, ma lo fanno per i fatti loro. Cioè, si appartano: l’accoppiamento non viene usato come una manifestazione di potere, ma mantiene solo la sua funzione biologica.
Come possiamo utilizzare questa conoscenza? E’ noto che in casa i cani possono manifestare atteggiamenti di monta. Nella maggior parte dei casi si tratta di un cavalcamento gerarchico (monta sociale, monta gerarchica: tutti sinonimi per dire che il cane “gioca” a vedere chi comanda), ma a volte può avvenire una vera monta sessuale su cuscini o pupazzi. In ogni caso, tutte queste attività, quando vengono manifestate nei confronti di esseri umani o di fronte ad esseri umani vanno assolutamente scoraggiate perché costituiscono un messaggio di supremazia gerarchica. Allora, in questo caso la tecnica della RSG prevede quanto segue.
1. se il cane monta un oggetto di fronte a noi è necessario che tutti i membri della famiglia gli voltino le spalle e se ne vadano, isolandolo.
2. se il cane vuole montare una persona, questo gli va impedito fisicamente, allontanandolo.
Agendo in questo modo noi neghiamo al cane il ruolo che egli stesso si attribusce quando di fronte a noi monta degli oggetti o quando tenta di montare le gambe di una persona. Cioè quando il cane tenta di stabilire una relazione verticale, in cui lui si pone al di sopra di noi, noi glielo impediamo.Vi faccio l'esempio di una situazione reale in cui un Pinscher monta ripetutamente un pupazzo ogni qual volta i membri della famiglia si vedono con amici o parenti. Paddy è un Pinscher maschio di cinque anni definito "tremendo" dai proprietari. La parola tremendo, quando chiedo maggiori spiegazioni, significa che il cane morde "tutti", abbaia "per ogni rumore", tira al guinzaglio, è incontenibile.Quando i proprietari hanno in casa gente Paddy tende a mettersi al centro della stanza, di fronte a tutti, e inizia a montare il suo pupazzo. Il fenomeno viene trovato abbastanza divertente, desta interesse e viene giudicato del tutto normale, soprattutto dal padrone di Paddy. Nessuno in famiglia aveva immaginato che Paddy usasse il suo pupazzo proprio per stabilire il concetto che "qui comando io". Nel caso di Paddy l’applicazione della RSG da parte di tutti i membri della famiglia ha determinato un cambiamento rapido e radicale nel comportamento del cane, che da “tremendo” è diventato “bravissimo”.
TERZO: GESTIONE DELLO SPAZIO (Ovvero: dove mi metto)
Premessa: il controllo del territorio è compito principale del leader al quale spetta allontanare gli intrusi e difendere la proprietà. Per assolvere a questo compito il leader si deve collocare in un luogo importante dal punto di vista spaziale, per tenere tutto sott’occhio. Il leader inoltre, durante i vagabondaggi, è sempre davanti agli altri, decide la strada tirandoseli dietro ed è sempre il primo a passare da uno spazio ad un altro. Quando un sottomesso, facente parte del branco, entra nel proprio territorio, la prima cosa che fa è andare a salutare il suo leader, che invece se ne sta bello tranquillo ad aspettare i rispettosi saluti del suo gregario. Al contrario, quando il leader entra nel proprio territorio, non deve correre a salutare i presenti, ma anzi, mentre può ricevere i saluti dei sottomessi, quello che fa in realtà è ispezionare il suo ambiente e salutare i pari grado.
Come possiamo utilizzare questa conoscenza? Per capirci: quando il cane leader entra in casa sua, nessuno si sogna di saltargli addosso graffiandolo e abbaiando istericamente per dieci minuti. Allora perché noi, che abbiamo una pelle delicata, e a volte indossiamo pantaloni bianchi, perché la prima cosa che facciamo entrando in casa nostra è farci saltare addosso dal cane? La risposta è semplice: perché ci piace tanto. E’ vero, lo so. Una mia cliente (Anna, padrona di Emi) mi ha tradotto il fenomeno in questo modo: “quando entro in casa, il cane è più felice di vedermi di mio marito”.
Comunque sia, non va bene: l’animale si confonde perché non è in grado di capire come mai, se non è lui il capobranco, noi entriamo in casa nostra senza guardare in faccia nessuno (marito, moglie, figli), ma abbiamo occhi solo per lui, il cane. Poi però vorremmo non tirasse al guinzaglio, non abbaiasse alla porta, non ci saltasse addosso quando abbiamo i collant nuovi.
In questo caso la RSG prevede quanto segue.
1 Posizionare la cuccia del cane in un luogo distante dalla porta di casa, lontano da punti di passaggio, non in una posizione centrale. Va benissimo la camera da letto.
2. Non scavalcare o aggirare il cane quando si trova sulla nostra traiettoria, ma farlo alzare e passare senza cambiare direzione.
3. Entriamo per primi nelle stanze, stiamo sempre davanti al cane quando facciamo le scale, non ci facciamo mai superare, soprattutto davanti a porte e cancelli. Non facciamoci portare a spasso dal cane con il guinzaglio estensibile lungo cinque metri! Compriamo un guinzaglio corto e conduciamo il cane al “passo”. Per far tutto questo all’inizio dobbiamo fare un po’ di fatica fisica, poi basterà un comando fermo.
4. Quando entriamo in casa nostra, sebbene il cane venga subito a farci le feste, noi non rispondiamo, ma salutiamo prima gli altri membri della famiglia, facciamo un veloce giro della casa, quindi chiamiamo il cane, gli diamo il comando “seduto” e lo salutiamo. Durante i saluti il cane deve essere calmo. Se al contrario è agitato, abbaia, salta, lo lasciamo perdere fino a quando non si sia calmato.
Adottando questi comportamenti noi rendiamo al cane molto facile capire che noi siamo i padroni dello spazio abitativo e delle decisioni che riguardano gli spostamenti: di conseguenza, non possiamo che essere gerarchicamente superiori. In questo caso farò l'esempio del comportamento corretto di un cane gerarchicamente ben collocato e dell'impressione sfavorevole che questo comportamento ha determinato inizialmente nei proprietari. Oliva è un meticcio femmina di sette anni. E' un cane che i proprietari definiscono "un modello base", nel senso che è privo di optional. Non abbaia quasi mai, non tira al guinzaglio, non litiga con nessuno, non sembra in grado di mordere esseri umani (benchè abbia a che fare con un vivace bimbo di dieci mesi che inconsapevolmente fa di tutto per farsi malvolere dal cane).Questo cane, quando di ritorno dai giardini si apre la porta di casa, aspetta che tutti gli esseri umani abbiano varcato la soglia prima di entrare a sua volta in casa. Questo fatto ha subito sconcertato la proprietaria, la quale ora (istruita sulle ragioni di tale comportamento) ha smesso di cercare di convincere Oliva a passare per prima. Alla proprietaria, che non aveva mai avuto un cane così "bravo", sembrava doveroso rassicurare l'animale sul fatto di poter entrare in casa, senza pensare che una sua insistenza a farsi sorpassare avrebbe solo generato confusione in Oliva, la quale ha invece ben chiaro cosa si deve fare e dove ci si deve mettere.
QUARTO: INIZIATIVA NEI CONTATTI (Ovvero: chi comincia)
Premessa: il leader decide come, quando e con chi avere un qualsiasi tipo di relazione, sia di gioco, sia di coccole. Il leader inoltre può appoggiare la sua testa o il suo arto anteriore sulla spalla o sul collo di un soggetto a lui inferiore, senza che questo ne sia infastidito.
Come possiamo utilizzare questa conoscenza? I proprietari di cani dominanti ed eventualmente morsicatori sanno perfettamente quando il loro cane può essere toccato: “si fa accarezzare, ma solo quando vuole lui”. Il cane può appoggiare la testa sulle gambe del proprietario, può avere iniziative di gioco e di contatto, può essere un cane comunicativo e meraviglioso, ma sarà sempre capace di morderci il giorno che abbiamo deciso di fargli il bagno o che abbiamo bisogno di fare qualche medicazione. Se vogliamo applicare la RSG, come quarta e ultima cosa, dobbiamo sempre far credere al cane che qualsiasi iniziativa provenga da noi. Questa, assieme alla faccenda dei saluti quando entriamo in casa, è la parte più difficile di tutte.
1. Quando il cane richiede di giocare, di essere accarezzato, di essere preso in braccio o di fare qualsiasi cosa che a noi sia gradita, ma il modo in cui avviene la richiesta non ci è gradito affatto (abbaia, piange, ci salta addosso) ignoriamo il cane, se necessario ci alziamo e ci allontaniamo da lui senza guardarlo negli occhi o toccarlo, fino a quando il cane smette di chiedere. Quando il cane è tranquillo lo chiamiamo, diamo il comando “seduto” e adempiamo alle precedenti richieste, che però adesso sono le nostre richieste (giocare con il cane, prenderlo in braccio).
2. Se il cane richiede qualche cosa che a noi non è gradita, in un modo che non ci è gradito (ad esempio: chiedere di giocare con la pallina mentre si conversa con un amico, abbaiando ripetutamente), gli voltiamo le spalle, evitando quindi di guardarlo negli occhi, di toccarlo o di urlargli di smetterla. Non dobbiamo guardarlo e urlare “basta”.
3. Se il cane si mette in mezzo a due membri della famiglia per dividerli, mostrando ad esempio di non volere che mamma e papà si abbraccino, mamma e papà contemporaneamente gli voltano le spalle, e se ne vanno via insieme, isolandolo.
Agendo in questo modo noi, se adottiamo un punto di vista strettamente antropocentrico, potremmo provare la sgradevole sensazione di sentirci insensibili e sordi di fronte a semplici richieste di affetto del nostro cane, ma il punto è proprio quello di iniziare a pensare come un cane. Nel linguaggio canino infatti l'adozione di queste misure serve solo a contenere la tendenza naturale di molti cani a superarci nella gerarchia sociale. Volersi bene è tutto un altro paio di maniche.Vi farò un esempio positivo, tornando ad Oliva, il cane gerarchicamente più ben collocato che io conosca. Oliva è sempre in braccio alla sua padrona, cosa che procura ad entrambe grande soddisfazione. Oliva non sale sul letto e non sta sul divano da sola. Sta sul divano solo se è in braccio alla sua padrona. A volte la padrona di Oliva si sveglia a notte fonda, per continuare il riposo notturno sul divano, in soggiorno. Quando ciò si verifica Oliva si alza dalla cuccia posta in camera da letto e si mette ai piedi della sua padrona, in attesa. Può stare così, a guardarla, immobile e senza fare un fiato, per molti minuti. Solo quando finalmente riceve un cenno di assenso, Oliva scatta come una molla e salta in braccio al suo leader. E così rimangono abbracciate a dormire insieme sul divano. Oliva ottiene quello che vuole (stare in braccio), ma il modo in cui realizza questo desiderio è corretto dal punto di vista della gerarchia, in quanto il ruolo di leader viene mantenuto dall’essere umano e non dal cane.
CONCLUSIONI
Leggendo le ultime due parti della RSG è normale che venga da pensare “ma perché? In fondo stiamo bene così”. E’ vero, può andare bene comportarsi un po’ a caso e lasciarsi andare con quasi la maggior parte dei cani. Nella maggioranza delle famiglie i messaggi che vengono dati al cane, sempre riguardo alla posizione sociale che gli compete, sono così contraddittori e discordanti che stupisce come mai ci siano così tanti cani sani ed equilibrati in giro. Probabilmente il cane ha dentro di sé delle risorse che gli permettono di livellare i nostri comportamenti folli (etologicamente parlando). Tuttavia, se avete l’impressione che il vostro cane “vi faccia i dispetti” (i cani non fanno i dispetti, ma esprimono un disagio), non riesca a star solo in casa, sia sempre un po’ troppo agitato, ecco forse, indipendentemente dal fatto che voi lo giudicate un bravo cane e non sentiate il bisogno di cambiare nulla di lui, ecco, indipendentemente da questo, forse lui ha bisogno di sentirsi al riparo: stabilità sociale, sicurezza del proprio ruolo e in generale un basso livello gerarchico consentono alla maggior parte dei cani di fare una vita più felice. Un cane educato entra anche in chiesa.
Dott.ssa Nicoletta Bevere, Medico Veterinario, Milano
Aggiornato Settembre 2007